Videosorveglianza in azienda: cosa c’è da sapere?NVR Telecamere: cos’è e come funziona?
La videosorveglianza è uno strumento sempre più diffuso nelle aziende di ogni dimensione. Garantisce sicurezza, tutela del patrimonio e può contribuire anche alla prevenzione di comportamenti scorretti sul luogo di lavoro. Ma non è tutto così semplice: installare telecamere in azienda significa entrare in un terreno regolamentato da precise norme di legge, che è fondamentale conoscere per non incorrere in sanzioni o problemi con i dipendenti.
In questo articolo faremo chiarezza su cosa prevede la normativa, quali sono gli obblighi per il datore di lavoro e quali soluzioni adottare per rendere la videosorveglianza davvero efficace e a norma.
Perché installare un sistema di videosorveglianza?
Le motivazioni che spingono un’azienda a dotarsi di un impianto di videosorveglianza sono molteplici:
- Prevenzione dei furti e delle intrusioni: sia da parte di estranei che, in alcuni casi, di soggetti interni all’azienda.
- Controllo delle aree sensibili: come magazzini, reparti produttivi, casse o accessi riservati.
- Sicurezza dei dipendenti: le telecamere possono essere utili per tutelare chi lavora in ambienti isolati o in orari notturni.
- Tutela da comportamenti illeciti o non conformi alle regole aziendali.
Tuttavia, l’utilizzo delle telecamere deve sempre rispettare i diritti dei lavoratori, in particolare il diritto alla privacy, regolamentato dalla normativa vigente.
Videosorveglianza e normativa: cosa dice la legge?
L’installazione di telecamere in azienda è disciplinata da due principali riferimenti normativi:
- Lo Statuto dei Lavoratori (Legge 300/1970), modificato dal Jobs Act nel 2015.
- Il Regolamento Europeo sulla Privacy (GDPR – Regolamento UE 2016/679).

Il ruolo dello Statuto dei Lavoratori
L’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori stabilisce che gli impianti audiovisivi e altri strumenti dai quali possa derivare un controllo a distanza dell’attività dei lavoratori possono essere installati solo per esigenze organizzative, produttive, di sicurezza del lavoro o tutela del patrimonio.
Ma soprattutto, devono essere autorizzati:
- tramite accordo con le rappresentanze sindacali aziendali;
- oppure, in assenza di queste, con autorizzazione preventiva dell’Ispettorato del Lavoro.
Installare un sistema senza queste autorizzazioni è considerato illecito e può comportare gravi sanzioni per il datore di lavoro.
L’importanza del GDPR
Il GDPR impone che la raccolta e il trattamento delle immagini tramite videosorveglianza avvengano nel rispetto dei principi di liceità, trasparenza e minimizzazione dei dati. Questo significa che:
- Le telecamere devono essere visibili e non nascoste.
I lavoratori e i visitatori devono essere informati in modo chiaro della presenza della videosorveglianza, tramite appositi cartelli.
Le registrazioni devono essere conservate solo per il tempo strettamente necessario (di norma 24-72 ore, salvo casi particolari).
Devono essere adottate misure di sicurezza adeguate per proteggere i dati raccolti.
Dove si possono installare le telecamere?
È possibile installare telecamere in tutti quegli spazi che non violano la privacy delle persone. Ad esempio:
✅Spazi comuni, ingressi, corridoi, parcheggi, magazzini.
✅Bagni, spogliatoi, aree relax, sale mensa.
In generale, ogni telecamera deve essere giustificata da un’esigenza reale, come la sicurezza o la tutela del patrimonio, e non può essere posizionata in modo da controllare direttamente e costantemente i lavoratori.
Cosa rischia chi non rispetta la normativa?
I rischi per le aziende che installano impianti di videosorveglianza non autorizzati o che non rispettano le regole del GDPR sono tutt’altro che trascurabili:
- Sanzioni amministrative fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo globale, secondo quanto previsto dal GDPR.
Sanzioni penali per il datore di lavoro, in caso di violazione dello Statuto dei Lavoratori.
Contenziosi con i dipendenti e danni reputazionali per l’azienda.
Come implementare correttamente un sistema di videosorveglianza?
Per garantire un impianto efficace e conforme alla legge, è fondamentale seguire alcuni passaggi chiave:
- Analizzare le reali esigenze aziendali: definire le finalità (es. sicurezza, tutela patrimonio, controllo accessi).
- Redigere la documentazione necessaria:
- Informativa privacy per i lavoratori.
- Registro del trattamento dati.
- Eventuale richiesta all’Ispettorato del Lavoro.
- Concordare l’installazione con le rappresentanze sindacali (se presenti).
- Affidarsi a un partner esperto, in grado di progettare un impianto su misura, che rispetti i limiti normativi e le esigenze dell’azienda.
- Formare i responsabili interni sulla corretta gestione dei dati raccolti.

Videosorveglianza smart: quando la tecnologia aiuta
Oggi i sistemi di videosorveglianza si sono evoluti: molte aziende scelgono soluzioni integrate con il controllo accessi, notifiche in tempo reale, accesso da remoto e archiviazione in cloud.
La sfida è combinare tecnologia e conformità normativa, per ottenere un controllo efficace senza compromettere i diritti delle persone.
Con soluzioni personalizzate, progettate da professionisti del settore, è possibile proteggere il proprio business, migliorare l’efficienza operativa e garantire la sicurezza, il tutto nel rispetto delle leggi.
La videosorveglianza aziendale non è solo una questione tecnica, ma soprattutto una responsabilità legale e organizzativa. Capire cosa si può fare, cosa no, e come farlo correttamente è essenziale per ogni impresa.
Affidarsi a consulenti esperti, significa fare scelte consapevoli, in regola con la normativa e davvero efficaci: un buon impianto di videosorveglianza non si limita a registrare immagini, ma protegge persone, beni e reputazione.